La rabbia è un’emozione tipica ed è tra quelle più precoci; il bambino che non è coccolato dalla mamma ha come reazione il pianto che equivale allo sfogo dell’ira.
Moltissimi sinonimi linguistici si riferiscono a questa reazione emotiva: collera, esasperazione, furore ed ira rappresentano lo stato emotivo intenso della rabbia; altri invece esprimono lo stesso sentimento ma d’intensità minore, come: irritazione, fastidio, impazienza.
Ma cos’è la RABBIA?
La rabbia è la reazione ad un limite ed esprime il bisogno di affermare il proprio Io. Come tutte le emozioni, la rabbia non è mai giusta o sbagliata: c’è, e bisogna prenderne atto. E’ un segnale molto importante che ci perviene dal nostro Se interiore e non bisogna reprimerla ma riuscire a comprenderla per poi gestirla al meglio.
Reprimere le manifestazioni di rabbia è nocivo alla salute psicofisica
Depressione, ulcera ed emicrania sono problemi psicosomatici che possono colpire i troppo accomodanti. Chi nega il sentimento rabbia a livello inconscio può, ad esempio, mettere in atto atteggiamenti o comportamenti sostitutivi e/o di copertura del sentimento negato, parliamo quindi di compulsioni e rituali (lavare le mani continuamente, controllare spasmodicamente di aver chiuso porte, finestre, gas, ecc…).
Ma anche l’eccessivo sfogo delle proprie emozioni e il mancato controllo della rabbia può arrecare conseguenze negative a se stessi e agli altri. Prendere tutto come un attacco personale, sentirsi messi in discussione o sentirsi feriti per episodi anche banali, è l’inizio dell’iter che percorriamo ogni qualvolta si innesca il meccanismo “rabbia”.
Manifestare la rabbia è positivo?
Esplodere di solito è inutile, non risolve, ma perpetua il problema e, infatti, si tende poi ad arrabbiarsi di nuovo e ancora per lo stesso motivo. Studi effettuati dall’Università del Michigan dimostrano che il 25% dei casi di malattie cardiache sono dovuti all’eccessiva perdita di controllo in una esagerata reazione fisica alla rabbia.
Insomma, arrabbiarsi poco può essere dannoso ma anche arrabbiarsi troppo ci fa correre parecchi rischi e quindi come gestire quest’emozione?
Esistono anche posizioni intermedie, vale a dire esprimere nel modo migliore le proprie emozioni, anche negative.
Essere diretti e sinceri non significa necessariamente ferire gli altri. Una via intermedia deve essere ricercata e consiste nell’essere consapevoli il più possibile del nostro vissuto emotivo e nel costante dialogo sia all’interno che all’esterno di noi. L’emozione rabbia e’un’esperienza forte e molto comune che ognuno vive secondo le proprie specificità individuali.
Ma perché ci arrabbiamo?
Una delle spiegazioni più accredidate che si da alla rabbia è riferita alla nostra infanzia quando i nostri genitori non ci hanno fatto sentire abbastanza apprezzati e sostenuti: è proprio allora che sono nati il dolore e questa rabbia che sfugge al controllo e che spinge a reagire esageratamente di fronte alla più piccola frustrazione. Secondo la maggior parte degli studi effettuati al riguardo i casi più frequenti di mancato autocontrollo sono stati identificati in soggetti che hanno avuto genitori critici , intolleranti e svalutanti, togliendo quella sicurezza senza la quale si resta indifesi come bambini, in balia dei giudizi e delle conferme degli altri, e se queste conferme non arrivano ecco che rimonta la voglia di protestare per questo amore che ci è stato negato.
Non è facile ammettere che siamo noi a sentirci inadeguati quando sembra più accettabile dare la colpa agli altri, e la soluzione non è sicuramente nell’accusare mamme e papà, ma nel recuperare il bambino che è in noi per cercare di allearsi con la propria rabbia, per ascoltarla bene e cercare di capire chiaramente il suo messaggio: dove ci sentiamo colpiti, cosa vorremmo. Una volta definita, con calma, la posizione che riteniamo giusta per noi, possiamo affermarla assertivamente.
Come ci dobbiamo comportare?
Quando siamo nervosi, arrabbiati possiamo scaricare la tensione con attività fisiche: praticare sport, partecipare al tifo della la propria squadra del cuore, lavorare manualmente, ecc. Se ci sentiamo contratti, “legati”, può essere utile farsi massaggiare, qualunque sia la tecnica usata,con un buon rilassamento. Se il malessere tende alla cronicizzazione significa che vi è un comportamento, uno stile di vita ormai consolidato su cui occorre lavorare più approfonditamente con una psicoterapia e con l’ausilio, preferibilmente, di medicine naturali.
RIMEDI NATURALI FLORITERAPICI
Holly è il fiore della rabbia, degli scatti d’ira, dell’impulsività e quindi sembra essere l’essenza più indicata in casi di aggressività conclamata; la sua attività si esplica mitigando i momenti di conflitto e di ribellione.
Un fiore che può essere associato ad Holly è Willow, quando la ribellione è accompagnata da sentimenti di rancore e risentimento verso gli altri e soprattutto verso i genitori; Cherry plum invece è il fiore indicato per le persone che perdono il controllo con atteggiamenti negativi che sfociano in vere e proprie esplosioni di rabbia o in azioni violente. Spesso questo rimedio va usato per i soggetti che abusano di sostanze e di alcol.
Cherry plum può essere associato ad Agrimony quando il soggetto è ansioso ed irrequieto ma nasconde le sofferenze dietro atteggiamenti bullistici ed esibizionistici. Se l’esibizionismo è molto accentuato ma non ha caratteristiche violente o aggressive allora può essere indicato Heather, che agisce sull’atteggiamento narcisistico ed egocentrico. Infine troviamo Chestnut bud, indicato per le persone che commettono sempre gli stessi errori dovuti sopratutto a superficialità e testardaggine e che si dimostrano negligenti verso i loro doveri.
3 pensieri riguardo “La rabbia e i suoi effetti: Gestirla con metodi naturali”